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Il Fienile di Bisarno
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Il Fienile di Bisarno

L'acquisto della fattoria

Quando ero bambino, negli anni 80, trascorrevamo, io e i miei amici, intere giornate in bicicletta per le strade di campagna attorno a Pontassieve, dove vivevo con babbo e mamma. Erano giornate spensierate. Fra le girate estive più divertenti lungo la via Colognolese, vi era quella attorno a un bel casolare in pietra, dove vi erano tanti alberi gonfi di deliziose ciliegie: ne mangiavamo a bizzeffe, avevamo le bocche piene e la faccia sporca di succo rosso, e ogni volta che il contadino che viveva in quella fattoria ci vedeva ci sparava a sale contro...Che risate e che spaventi mentre scappavamo con le nostre biciclette. 

Da adulto, e già occupandomi di vino, ho avuto l'occasione di conoscere i proprietari di quella fattoria e, durante un lungo viaggio in aereo,  abbiamo iniziato una trattativa, lenta, estenuantye, meticolosa, che ci ha portato, il 30 dicembre 2015, ad acquistare la fattoria di Bisarno: mi ero riappropriato di un pezzo della mia adolescenza. Adesso dovevamo iniziare i lavori!

La ristrutturazione della proprietà principale

Il primo restauto è durato circa 19 mesi, da dicembre 2015 a luglio 2017. Sono stati mesi molto duri e molto belli al contempo. Il primo impegno è stato quello di studiare l'anima del luogo. Bisarno trasudava sia di bellezza contadina, di architetture semplici e necessarie, quali tavoli in legno, pavimenti in cotto toscano, una grande aia con pergola e lastricato, un grande camino, archi in mattone, un pollaio, le facciate della casa a pietra e mattone, un fienile con uno splendido portale in legno mangiato dal tempo (di cui mi sono innamorato da subito e che è diventato prima la copertina di un libro e poi l'elemento grafico del logo della casa), le balle di fieno attorno: un ecosistema dolce, aggrazziato, semplice, dove davvero risentivamo le nostre radici. Del resto i nostri nonni erano stati contadini e mezzadri fra Pontassieve, Pelago, Monteloro e il Casentino. Non solo, negli ultimi anni venti anni a Bisarno  si organizzavano  meravigliose feste, laboratori teatrali, vi era una sala prove di musica nella cantina del fienile - dove ora ha sede BAR(N) - vi viveva e lavorava un artista del legno, ispirato da una delle finestre della casa che dà sulle colline di Montefiesole e sulla torre della Pievecchia. E ogni volta che veniva qualche amico a trovarci, a vedere l'ambiente, venivamo magicamente guidati in una spirale di convivialità, di voglia di stare insieme che ci portava a passare giornate nell'aia, o al canto del camino, da far diventare un pranzo una merenda e poi una cena senza che nessuno volesse poi andar via. Un po' come gli Etruschi 2500 anni fa che vivevsano in questa area, o i contadini. Una visione della vita gustosa, epicurea, senza fronzoli, in cui il lusso era ed è solo il presente, lo stare con le persone giuste, il condividere qualcosa di bello insieme. L'idea, quindi, lo spirito guida dietro la ristrutturazione era mantenere questa duplice presenza e di contemporaneizzarla per una famiglia che dovesse vivere la sua vita nel XXI secolo. E così abbiamo fatto!

La ristrutturazione degli esterni

La parte interna della casa, quello che è dentro le mura, è splendida, ma la vera meraviglia del complesso colonico di Bisarno è l'esterno: quando l'abbiamo comprata, le condizioni del giardino erano un po' trasandate, ma si intuiva il potenziale. Negli anni abbiamo recuperato l'aia, dividendola in una zona a prato e mantenendo quella che era già lastricata. Sul lastricato abbiamo installato una splendida pergola in ferro con uve da tavola che da agosto si riempono di grappoli neri e da settembre ci regalano fino a novembre un meraviglioso foliage giallo e rosso. 

Abbiamo creato anche una cucina da esterno, col forno pizza e un barbecue. Divertentissimo fare pizze e grigliate con gli amici! Questa zona è la grande protagonista delle nostre feste, che sia la festa del matrimonio o i Fava Party che ogni anno facciamo. 

Dalla parte opposta, abbiamo installato una limonaia, dove d'inverno far sostare i nostri agrumi. Noi ogni tanto ci sostiamo: è bellissimo nelle giornate invernali godere di 20 gradi grazie alle vetrate esposte a sud, e mangiare accanto al profumo delle zagare. 

Al piano inferiore, si trova il mio orto, chiamato l'Orto dei Nati Storti: più o meno in tutte le stagioni si trova qualche verdura da raccogliere: carciofi, zafferani, fragole, pomodori, peperoni, melanzane, zucchine, zucche, fave...o qualche frutto: albicocche, susine, ciliegie, fichi, cachi, giuggiole - da sempre presenti qui, peri, mandorle, i bellissimi melograni, i tanti agrumi che ho, i corbezzoli, le noci e altro. E poi ho anche una sezione del nostro campo dedicata alle more, che tengo come fossero delle viti: e le marmellate di mora sono buonissime.  Non ultimo, vicino casa, tengo una bordura dedicata alle aromatiche: mirto, rosmarino, basilico, prezzemolo, coriandolo, timo, melissa. Tutto quello che serve, insomma, per dei gustosi pasti!

Del fienile e della concimaia parleremo qui sotto, ma la colonica aveva anche un pollaio e un porcile, una struttura - stalla su due piani che ora contiene la centrale termica della casa a un piano, mentre nell'altro conserviamo gli arredi da giardino nella stagione invernale, e un pozzo storico di costruzione - utilizzato nel Medioevo per "tirar su" la torre di Bisarno e la sua gualchiera - che segna la fine della proprietà.

La ristrutturazione del fienile

Quando abbiamo comprato Bisarno, il fienile era una delle strutture più affascinanti, con la sua scala a pioli che connetteva il piano alto e il piano seminterrato. Abbiamo per i primi 5/6 anni, utilizzato il fienile come ambiente di stoccaggio e, durante le feste, aprivamo il portale in legno e ci mettevamo i vini, oppure suonavamo delle canzoni.

Durante il periodo mezzadrile il fienile serviva per contenere il fieno, entravano i carri dei buoi, si affinavano i formaggi e si lasciava che i prosciutti tirassero, mentre al piano superiore, quello ingentilito dai mandolati, finestre in mattoni di cotto che lasciano entrare l'aria, si facevano essiccare le uve per la produzione del vinsanto. Al piano seminterrato vi era invece la cantina del fienile, dove si vinificava. Negli ultimissimi anni, invece, qui si trovava una studio di registrazione musicale. 

Insomma, il fienile è sempre stato un grande protagonista. Poi, dal 2023 abbiamo iniziato a ristrutturarlo, lavori che si sono conclusi a giugno 2025. Anche gli esterni che abbiamo destinato al fienile sono carichi di storia contadina. La pergola in ferro battuto, che ricorda un po' le atmosfere sognanti di Mary Poppins, si trova nella antica concimaia, dove i contadini facevano maturare le deiezioni animali, le cacce, di pollo, di cavallo e di mucca, per creare il concime che poi veniva dato negli orti!

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